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Palestrina: un piccolo gioiello antico alle porte di Roma

Giunti a Palestrina, entrando in paese da Largo San Rocco, sul lato sinistro possiamo notare la chiesa di S.Lucia.
Sulle spalle della chiesa, percorrendo per via degli Arcioni, sul lato sinistro, resti di cisterne romane del II sec. a.C. anticamente usate per conservare l'acqua e per alimentare la parte sottostante della città.
Proseguendo per via degli Arcioni, dopo poche decine di metri troviamo il cosiddetto "
Propileo", antico ingresso al Tempio. Poco più avanti, sempre sulla sinistra, ci appare la "porta del Sole" che prende il nome dallo stemma araldico dei Pricipi Barberini visibile sull'architrave. Accanto, i massi di mura ciclopiche che anticamente racchiudevano la città. I massi sono grandi, pesanti e uniti a secco, senza malta, tanto che gli antichi credettero che tali mura fossero state scstruite da essere dotati di forza sovrannaturale, i clclopi per l'appunto. Tali mura risalgono probabilmente al IV/V secolo a.C. e racchiudevano una vasta area che dal basso della città attuale, lungo la via degli Arcioni, saliva lungo i due fianchi del monte sino all'acropoli dell'antica città, oggi Castel San Pietro Romano.

Varie porte si aprivano lungo il percorso delle mura e le attuali porte di S. Martino e del Sole (Porta Solis) indicano due di esse. Attraversando la porta del Sole e salendo alcune scale ecco piazza Santa Maria degli Angeli che oggi ci appare diversa da come era anticamente visti l'abbattimento del seicentesco convento delle suore Farnesiane e della chiesa di S.Maria degli Angeli che diede il nome alla piazza.
Interessante sulla destra della porta detta delle Monachelle. Dalla piazza pecorriamo via Anicia e arriviamo in piazza Regina Margherita.

La prima cosa che ci appare è la statua, posta al centro della piazza nel 1921, di Pierluigi da Palestrina, principe della musica polifonica, ad opera di Armando Zocchi.
Nella piazza possiamo visitare la
Cattedrale di S. Agapito, eretta su un antichissimo edificio rettangolare originariamente utilizzato ad uso civile.
Leone III restaurò la basilica e nell'anno 898 il corpo del santo martire fu traslato dal sepolcro della basilica di Quadrelle in quella all'interno della città, come attesta un documento del IX secolo.
L'edificio trasformato in cattedrale già nel V secolo conservò la sua forma originaria fino al XII sec. quando Conone, vescovo prenestino, la fece ristrutturare ed ampliare. Furono allora ricostruite le navate, l'abside, abbellita la facciata e innalzato il campanile alla sua destra. Oltre ai resti di S.Agapito, la chiesa ospita i corpi di altri santi Abbondio e Girolamo, come attesta un'epigrafe nel 5° pilastro di sinistra della navata centrale.
Dopo la distruzione del Vitelleschi, la chiesa fu ricostruita e notevoli lavori di restauro vennero eseguiti nei secoli successivi tra il XVIII e il XIX secolo.
La parte superiore della navata centrale vanta numerosi medagioni rappresentanti i vescovi prenestini da Secondo ad Oddone Colonna.
Tra i grandi finestroni sono invece ritratti i santi protettori della diocesi di Palestrina.
Degno di nota è il quadro in legno del SS. Salvatore del cosiddetto "Sermoneta" nella cappella del Sacramento risalente al 1775 e la tela di "Carlo Saraceni" risalente al XVII sec..
Nella cappella Colonna, sepolcreto di questa famiglia e successivamente dei Barberini, si può notare un altro quadro del Sermoneta rappresentante il pricipe di G. Cesare Colonna con la madre Elena ai piedi della croce. Nell'altare maggiore ci sono dipinti e affreschi del "Bruschi" un martirio di S.Agapito.
Nella navata sinistra è stata posta dal 1977 una copia della Pietà ed è visibile un altro quadro del XVII sec. rappresentante un altro Martirio del Santo Patrono.
Interessanti sono le mumerosi epigrafi sepolcrali cristiani nella cripta tra cui quella risalente al XII sec. di Oddone Colonna.
In fondo alla navata a destra è conservato un cuneo proveniente dall'anfiteatro di Praeneste la cui iscrizione è risalente all'Imperatore Claudio come si rileva dalla particolare forma della prima lettera del nome VARENUS detta di gamma eolico, introdotto con altre due lettere nell'alfabeto latino de quell'Imperatore é andato in disuso dopo la sua morte.
Sulla facciata sud della cattedrale vi è una meridiana solare di cui parla Varrone e che attesterebbe l'ipotesi che la chiesa sia sorta su un edificio civile.

Oltre alla cattedrale possiamo visitare il Seminario, costruzione al lato della basilica sede dell'Episcopio, la cui facciata possiede quattro belle colonne con i capitelli corinzi.
Se si entra nel piazzale del Seminario possiamo notare i grandiosi avanti che costituivano l'antica basilica civile di Palestrina.
Da qui si accendeva a sinistra nel ninfeo il cui pavimento a mosaico dei pesci erisalente alla fine del II sec. a.C.; a destra si accedeva ad un altro ninfeo il cui pavimento era costituito dl famoso mosaico del Nilo, ora al Museo Archeologico, scoperto nel XVII sec..
Questo ninfeo sovrasta l'Erario, in cui era cstodito il tesoro pubblico.

Il nostro itinerario prosegue per via Thomas Mann antica via dedicata a questo grande scrittore che si inerpica per il Borgo antico, dove si possono scorgere angoli caratteristici di vita e folklore.
Dopo una salita arriviamo in piazza del Borgo e percorriamo la via del Borgo percependo la grandezza del
Tempio della Dea Fortuna Primigenia grazie alle mura poligonali che oggi costituiscono la base da cui due rampe di scale portano al cuore del Tempio, e arriviamo in piazza del Carmine. Degna di nota è la chiesa di S.Andrea Apostolo costruita dalla compagnia del Crocefisso nel 1451.
Nel 1662 venne trasformata in convento e occupata dalle suore che adottano le regole di S.Chiara.
Nel 1639 il convento vieni dato ai Cappuccini fino a quando, nel 1772, il Cardinale Francesco Barberini vi colloca l'ordine delle suore del Bambin Gesù sotto le regole di S.Agostino.

La chiesa di S.Antonio Abate invece, è stata eretta su progetto di Orazio Turriani grazie a Sebastiano Fantoni, priore dell'ordine Carmelitano, che fece dmolire al vecchia chiesa del 1450 e ne fece edificare una nuova con il supporto di Francesco Colonna.
L'interno è a navata unica con sei cappelle e con marmi di rivestimento provenienti dal Tempio Pagano di Serapide. Costeggiando la chiesa e girando a destra, si sale per una scalinata che ci immente su una stradina.

Dopo un paio di tornanti e dopo aver attraversato un antico portale ci troviamo in piazza della Cortina dove ci appare in tutta la sua bellezza la chiesa di Santa Rosalia. Chiesa in stile barocco disegnata dall'architetto Contini con annesso il sepolcreto dei Barberini, custodiva la Pietà detta di Palestrina portata a Firenze nel 1938.
E' ricca di marmi e stucchi e monumenti sepolclari (Taddeo Barberini nipote di Urbano VIII e Cardinal Antonio Barberini anche lui nipote di Urbano VIII) collocati alle pareti laterali della chiesa, opera del Cametti.

Proseguendo per piazza della Cortina, sulla nostra sinistra troviamo il Palazzo Barberini sede del Museo Archeologico Nazionale, mentre sulla nostra destra i resti del Tempio.
Il Palazzo Barberini è una delle costruzioni civili più significative di Palestrina: è in parte incorporato alla chiesa di Santa Rosalia e occupa la terrazza superiore del Santuario della Fortuna Primigenia. Bellissima la facciata del palazzo, con il suo portico curvilineo. Da non perdere anche una visita all'interno della struttura, dove si trovano moltissimi affreschi cinquecenteschi che si pensa portino la firma degli Zuccari. Nella terrazza, inoltre, si trova una scalinata a doppia rampa e un ponte quattrocentesco.

Proseguendo per via Barberini incontriamo la porta Santa Croce avente in alto una iscrizione che attesta che la strada da S.Lucia fino alla Cortina fu resa carrozzabile nel 1539.
Torniamo indietro e saliamo ancora. La via da prendere è via Merli che ci porta nel punto più alto del paese detto degli Scacciati. Attraversando tutto il quartiere per via degli Scacciati, incotriamo al
chiesa della SS Annunziata ricostruita dopo gli eventi bellici, negli anni 1949-1950 su una primitiva chiesa risalente al XVII sec..
Scendiamo poi a sinistra per via della SS.Annunziata e poi a destra per via S.Francesco dove troviamo l'ononimo convento. Anticamente la chiesa era dedicata a S.Biagio ma nel XV sec. fu occupata da fraticelli eretici. Il Papa Martino V autorizzò il vescovo Summariva a consegnarla ai frati minori e da allora si chiamò S.Francesco.
L'interno possiede un trittico del XV sec.. Il vescovo Leonardo Cecconi storico di Palestrina, è quì sepolto come ricorda un'iscrizione sepolcrale. Dal portone che si trova a sinistra della chiesa o dalla sagrestia, si accede al chiostro del convento, da poco ristrutturato, di forma rettangolare composto da 18 colonne che sostengono il piano superiore.
le lunette delle arcate sono ornate di pitture ben conservate che rappresentano scene della vita di S.Francesco. Nel centro una classica cisterna.
Nel refertorio è da ricordare un bell'affresco del 1500 riproducente l'ultima cena.

Continuiamo a scendere per Via S. Francesco; alla fine della strada prendiamo via S. Biagio e poi via del Tempio per arrivare in piazza Pantanelli e girare a destra per via Roma.
E' possibile così notare a sinistra la
chiesa di S.Egidio, oggi sconsacrata e sede del Coro Polifonico Pierluigi da Palestrina, la Fontana del Pupazzo, cioè il bambino che reggie lo stemma del colore e la porta di S.Martino, anch'essa di origine medioevale, estremamente importante perchè nelle vicinanze, in passato, vi si svolgeva il mercato più famoso dell'anno in coincidenza con la festa del santo Paltrono.

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