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Storia

Il territorio di Marino fu abitato fin dalla preistoria da popolazioni latine, stanziatesi circa tremila anni fa intorno ai laghi e sulle alture dei Monti Albani.
Di alcuni centri abitati, che facevano parte della Lega Latina, sono stati tramandati i nomi dagli antichi storici: Bovillae (Frattocchie), Mugilla (S. Maria delle Mole), e
Ferentum (Marino); nei boschi del quale, presso la sorgente della ninfa Ferentina, si svolgevano le Feriae Latinae, l'assemblea generale annuale delle 47 città confederate, aventi per capitale Albalonga.
Al primo periodo delle lotte civili risalirebbe la fondazione dell'attuale centro abitato di Marino che compare fra le città fortificate da
Silla con il nome di Castrimoeniun.

Dall'ultimo periodo della repubblica in poi il territorio di Marino fu costellato di grandi ville patrizie, fra le quali vanno menzionate almeno quella dei Valeri Messala e di Vacanio Pollione, mentre Bovillae conobbe una rinascita urbana a partire dall' età augustea.
A seguito della distruzione di questa città, avvenuta nell' anno 846 d.C., gli abitanti della pianura, troppo esposti alle scorrerie dei saraceni, si rifugiarono sulle alture interne, nell' antico castello che andò così ripopolandosi intorno al Mille, risorgendo con il nome di Marino.


Con il dominio dei conti di Tuscolo fin dal 1090, Marino divenne in seguito feudo dei Frangipane.
Nel 1230 la castellana fu Giacoma dei Normanni, nota pure come
Jacopa de' Settesoli, vedova di Graziano Frangipane e devota amica di San Francesco.
Dal 1266 il castello passò agli Orsini.
Nel 1272 San Bonaventura, Vescovo di Albano, durante una visita alla chiesa di S. Lucia, vi avrebbe fondato la prima confraternita d'Italia.
Nel 1347, durante la permanenza del papato ad Avignone, il tribuno di Roma, Cola di Rienzo, assediò invano Marino per piegare la resistenza baronale nel Lazio capeggiata dagli Orsini, ma riuscì soltanto a espugnare la fortezza di Castelluccia.


Un episodio bellico di rilevanza nazionale avvenne nel 1379, nei pressi di Marino: il capitano di ventura Alberico da Barbiano, sostenitore del papa Urbano VI, affrontò e vinse le truppe francesi dell' antipapa Clemente VII. Giordano Orsini ripudiò il figlio Giacomo, che aveva parteggiato per il papa, quindi lasciò in testamento il castello di Marino al nipote Onorato Caetani di Fondi.
Nel 1419 i Colonna acquistarono Marino da Cristoforo Caetani per 12.000 fiorini d'oro e vi rimasero come proprietari fino al 1914, dopo aver restituito il feudo alla chiesa nel 1816.

Il 20 Gennaio 1489 Agnesina di Montefeltro, figlia di Federico il duca di Urbino, si sposò a Marino con Fabrizio Colonna. Da loro nacque nel 1490 Vittoria la celebre poetessa amica di Michelangelo.
Nel 1494 a Marino fu tenuto in ostaggio Cesare Borgia.
L'anno seguente vi sostò il Re di Francia Carlo VIII, durante la sua spedizione contro Napoli.
Nel 1526 vi trovò ospitalità il duca di Ferrara Alfonso II d'Este inseguito dalle truppe del papa Giulio II. Nello stesso anno Clemente VIII inviò le truppe papali e velletrane per saccheggiare Marino che parteggiava per l'impero.
Papa Pio V diede l'incarico diplomatico a
Marcantonio Colonna, signore di Marino, di promuovere una lega santa contro i Turchi;
quindi gli affidò il comando della flotta pontificia.
La domenica 7 ottobre 1571 a Lepanto fu conseguita la vittoria tanto sperata. Al suo ritorno gli fu tributato un trionfo degno di un antico condottiero romano.

Nei rivolgimenti seguiti all'occupazione francese (1798) Marino parteggiò per la causa rivoluzionaria. Anche in seguito i marinesi si contraddistinsero per le simpatie risorgimentali e massoniche.
Papa Grergorio XVI conferì a Marino nel 1835 il titolo di città.
Grande è stato il tributo di vite umane dato alla patria nella prima guerra mondiale. Ancora più alte le perdite, soprattutto fra i civili, nel corso dell'ultimo conflitto mondiale, che ha provocato anche la distruzione di molte opere d'arte.
Con la ricostruzione tutta la società si è impegna per realizzare una città moderna e attiva nei vari settori produttivi; primo fra tutti quello della vitivinicoltura, di cui la cantina sociale Gotto d'Oro è la più consolidata espressione, con i suoi oltre 50 anni di operosità.










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