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Storia

L'odierno centro urbano insiste sul sito dell'antica Lanuvium.
Sulle presunte origini di Lanuvio, ci sono pervenute una serie di tradizioni tra loro contrastanti.
La prima che si rifà al filone greco-argivo è quella tramandata da Appiano, secondo cui la fondazione di Lanuvio fu dovuta a
Diomede figlio di Tideo, signore di Argo.
La seconda, invece, relativa al filone troiano, è emersa grazie al ritrovamento di frammenti di intonaco rinvenuti nel 1969 a Taormina e appartenenti al ginnasio dell'antica Tauromenion, dove si parla di Fabio Pittore, primo annalista romano, e gli si attribuisce la narrazione dell'arrivo in Italia, in seguito alla guerra di Troia, di un certo Lanoios, fondatore nel Lazio di una cittadina, che avrebbe preso da lui il nome.
Per Lanuvio, infatti, c'è discordanza tra le fonti antiche, che riporterebbero la fondazione della cittadina agli anni immediatamente successivi alla guerra di Troia (1180-1170 a.C.), e le testimonianze archeologiche i cui reperti più antichi, rinvenuti sul colle San Lorenzo, si datano al più presto agli inizi del IX secolo a.C.
Le prime notizie attendibili che abbiamo della cittadina ci testimoniano che, sul finire del VI secolo a.C., faceva parte dei trenta populi della lega latina, populi che si riunivano nel lucus di Diana Nemorense.
Lanuvio, a partire dall'età tardo-repubblicana, divenne meta dei personaggi più in vista della politica romana, vi ebbero dimora: Marco Emilio Lepido, Marco Giunio Bruto, Augusto e Marco Aurelio.
Diede anche i natali al console Lucio Licinio Murena e agli imperatori
Antonino Pio e Commodo.





Recenti studi hanno permesso di ricostruire la storia medievale di Lanuvio, finora ancora poco conosciuta.
È stato osservato come il castello medievale sia stato eretto al di sopra di una precedente colonia romana dell'età di Silla, di cui si conservano ancora oggi parte delle mura di cinta (un tratto di queste mura è stato erroneamente attributo in passato alla scena del teatro romano, risalente invece all'età augustea ).
La viabilità moderna del centro storico di Lanuvio ricalca inoltre la precedente viabilità romana ad assi ortogonali.
Nel IX secolo, in seguito alle invasioni dei Saraceni, venne fondata la città altomedievale di
Civita Novina (variante di Civita Nova) ed in questa circostanza le mura di cinta romane vennero restaurate con murature costituite da blocchi di tufo di spoglio, ancora oggi visibili in più punti lungo il castello.
All'interno di Civita Novina sorgevano due chiese altomedievali entrambe del VI secolo, quella di S. Maria (corrispondente all'odierna collegiata di S. Maria Maggiore ) e quella di S. Andrea “dei Goti” (di cui si scorge l’abside in opera listata in Piazza del tempio d’Ercole ).

Nel corso del Trecento il parziale passaggio di proprietà del castello nelle mani dei Frangipane coincise anche con il cambiamento del nome in Civita Lavinia, che rimarrà al paese fino al 1914 (allorquando venne ripristinato l’antico nome romano di Lanuvio ).
I secoli dall'XI fino alla seconda metà dei XVI erano concitati per Lanuvio: saccheggi, assedi, donazioni.
Per esempio, nel 1482 Civita Lavinia fu assediata e poi conquistata dal Duca di Calabria in lotta con
Sisto IV; riconquistata nel 1485 dopo dalla truppe del nuovo papa Innocenzo VIII, venne data agli Orsini; i Colonna la riconquistarono al prezzo di una sanguinosa guerra, ma con un altrettanto sanguinoso evento il 19 febbraio 1486 venne riconquistata dalle truppe papali e successivamente di nuovo dai Colonna.
Con l'avvento dei Cesarini prima e dei Cesarini-Sforza poi si ebbe un periodo di relativa tranquillità.
Papa
Sisto V eresse Civita Lavinia in Marchesato, titolo acquisito dai Cesarini.
I Cesarini abbellirono Civita Lavinia col concorso di architetti come
Carlo Fontana (autore della imponente fontana), allievo del Bernini, e Tommaso Mattei (autore della torre campanaria della Chiesa di santa Maria Maggiore), allievo del rivale Borromini, o pittori quali Giulio Romano, allievo di Raffaello Sanzio.



Nel 1798 Lanuvio rischiò di essere rasa al suolo dalle truppe francesi che volevano vendicare la morte di alcuni compagni qui uccisi, mentre scoppiava la controrivoluzione sanfedista.
Venne salvata per l'intercessione della signora Teresa Dionigi che intervenne presso il rivoluzionario francese Paul-Louis Courier.
Nella Seconda Guerra Mondiale, per l'importanza della sua posizione strategica, venne bombardata dal mare e sottoposta alle incursioni aeree delle armate alleate sbarcate ad Anzio.
Completamente distrutto, il paese risorse grazie allo spirito di iniziativa della popolazione lanuvina.






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