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Cosa visitare

Tempio di Giunone Sospita

Cicerone riferisce che Lanuvio era un luogo ricchissimo di edifici religiosi, e tra questi di gran lunga il principale e più celebre era il tempio di Giunone Sospita Lanuvina (così chiamata per la pelle di capra con la quale era rivestita la sua statua), il cui culto risaliva alla notte dei tempi.
Edificato sull’acropoli di questa antica città di origine etrusca, che i Romani pensavano fosse stata fondata dall'eroe greco Diomede, questo grande tempio tuscanico era costituito da una serie di strutture monumentali. Fu quasi completamente distrutto nel V sec. d.C., ma le porzioni ancora esistenti e gli scavi archeologici hanno permesso di individuare cinque fasi edilizie che si susseguirono dalla fine del VII alla metà del I sec. a.C.
Molto probabilmente il portico del tempio era a due piani con volte rivestite di preziosi mosaici. In fondo al portico
c'era una porta che conduceva ad una serie di cunicoli sotterranei che alcuni ritengono fossero la grotta dov'era custodito il serpente sacro a Giunone Sospita.
Properzio narra infatti che nel santuario si svolgeva ogni primavera un rito propiziatore per l'agricoltura durante il quale un gruppo di fanciulle vergini doveva offrire focacce ad un grosso serpente che si trovava dentro un antro. Se il serpente accettava il dono si prospettavano raccolti fruttuosi; se lo rifiutava, la fanciulla impura, cioè colei che aveva perduto la verginità, veniva sacrificata per scongiurare la carestia.

Palazzo Colonna

E' situato di fronte la chiesa della Collegiata. Si presenta incompleto perchè i Colonna non lo portarono mai a termine. Fu qui che nacque Marcantonio Colonna, il trionfatore di Lepanto. Nel 1564 venne venduto, insieme a tutta Lanuvio, ai Cesarini, i quali acquistarono anche la vicina Ardea. E' probabile che il Palazzo abbia subito una serie di trasformazioni nel corso dei secoli, evidente è la chiusura dell'ingresso originario che conduceva alle stalle che dal lato sud sono state spostate al lato ovest dell'impianto edilizio.


Ponte Loreto
Il ponte presenta una sola arcata a tutto sesto, in opera quadrata, con conci di varie dimensioni; il parapetto è formato da grossi parallelepipedi trapezoidali che vanno rastremandosi verso i lati, dando al ponte la caratteristica forma "a schiena d'asino".
L'aspetto più caratteristico della struttura è che il suo asse non è ortogonale a quello della via che lo attraversa.
Nell'antichità la Via Astura, lungo la quale si trova Ponte Loreto, aveva un'importanza fondamentale dal punto di vista culturale ed economico, poiché univa Antium a Satricum ed a Lanuvium per terminare presso il XIX miglio della Via Appia. Cicerone percorse spesso la via per andare da Tuscolo ad Astura, come ci è attestato in numerose epistole ad Attico. La via conobbe un incremento di mercanti che provenivano dalla Sicilia ed erano diretti a Lanuvio, attraverso l'emporio di Anzio: un'iscrizione scoperta a Centuripe datata al più tardi all'età di Cesare attesta la syngheneia tra la città siciliana e quella laziale. Per far fronte ad una maggiore funzionalità della via si iniziò la costruzione di varie opere, tra cui la più importante è Ponte Loreto.



Torrione medievale

Occupa tutto l'angolo nord-occidentale della cinta fortificata. Un tempo apparteneva al sistema difensivo medievale. Da esso si domina l'ampia valle circostante con splendida vista sui Castelli Romani e sul litorale tirrenico. Il torrione, da antica prigione nel XVIII sec. d.C., è ora adibito a sede dell'enoteca comunale. La tecnica edilizia con cui è relizzato è diversa dalle altre torri del Castello datate XI sec. d.C., poichè il Torrione venne ricostruito nel XVI sec. d.C. dopo la sua distruzione, avvenuta alla metà del 1300, in seguito ad un assedio del Borgo di Lanuvio ad opera dei Frangipane.



Fontana degli scogli

Venne fatta costruire da Filippo Cesarini nel 1675 dall'architetto Carlo Fontana. Alcuni studiosi ritengono che il Fontana, essendo allievo e collaboratore di Gian Lorenzo Bernini, si sia ispirato, per creare la scogliera, alla Fontana dei Fiumi di Piazza Navona. In origine la Fontana degli Scogli mostrava due enormi serpenti scolpiti ai due lati, questo fa supporre che il monumento riproducesse l'antico antro del serpente collegato al culto di Giunone Sospita , di cui menzione è fatta da Eliano (XI, 16), Properzio (IV, 8), e dallo stesso Pseudo Prospero d'Aquitania.


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