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Cosa visitare

Palazzo Borghese

Oltre al bel centro storico, indubbiamente l'edificio più interessante e' il Palazzo Borghese. Il palazzo ha conquistato la sua forma attuale nella seconda e terza decade del 1600. Esso venne acquistato nel 1615 dal Cardinal Scipione Borghese, che ne apprezzava la strategica posizione di controllo sull'antica via Latina. Ancora oggi al calare del sole si rimane meravigliati dall'intensa luce rossa che invade tutta la casa. Una leggenda vuole che Gian Lorenzo Bernini, chiamato ad abbellire il palazzo, rimase talmente meravigliato da questo prodigio da realizzare, in una delle stanze, quella maggiormente esposta ad oriente, un caminetto che raffigura un grande volto umano dall'espressione stupita.
Tra le tante cose degne di nota nel palazzo, desta meraviglia una vasca in rame ed ottone appartenuta a Paolina Borghese, sorella di Napoleone Bonaparte, a cui venne donata dal marito Camillo Borghese. Come Cleopatra la bellissima e vanitosissima Paolina la faceva riempire di latte d'asina e vi rimaneva a bagno per ore, convinta che questo trattamento rendesse la sua pelle ancora più morbida e bianca. Il soffitto della galleria ospitata al primo piano del loggiato realizzato dal Vasanzio, è per espresso volere di quest'ultimo, affrescato con dei motivi a grottesche ispirati agli affreschi presenti nella Domus Aurea di Nerone, studiati e riprodotti nel '500 da artisti come Raffaello.

Convento dei Padri Francescani

Costruito alle pendici del monte Foresta nell'ottobre 1629 per volontà del Cardinale Scipione Borghese, è una delle principali chiese di Artena.
E' composto di un vero e proprio, riservato ai frati francescani, e di una chiesa, entrambi opera del Sorìa. La chiesa è lunga mt. 34 e larga mt. 22. Ha cinque altari, quello maggiore rappresenta il S.S. Nome di Gesu, la Beata Vergine e S. Anna, probabilmente del Manenti, a cui sono attribuiti altri quadri posti come ornamento di rispettivi altari, quello di S. Antonio Abate e S. Antonio da Padova e quello di S. Chiara e S. Elisabetta di Portogallo. Interessante è anche il coro in noce, posto dietro l'altare maggiore, cosi pure la sagrestia; inoltre il quadro del Crocefisso dietro l'altare maggiore, opera di Padre Bernardo da Digione.
La Chiesa è l'unica dotata, in Artena di un organo a canne.
Il convento fu sede di due scuole, una di teologia per i religiosi, e l'altra di filosofia per i secolari. Rilevante è la presenza di una ricca biblioteca, fondata dal teologo e filosofo Padre Gerolamo da Montefortino.
Caratteristico è anche il chiostro, riquadrato con sette archi per ogni lato e decorato nelle nicchie da pitture risalenti al 1640. Al centro si trova una grande cisterna e intorno ad essa un giardino ornamentale.

Palazzetto del Governatore

Di fronte al Palazzo Borghese e sulla piazza omonima si trova il Palazzetto del Governatore, sede della pubblica amministrazione di Montefortino che serviva per abitazione del governatore in carica, per gli uffici e come carcere per i condannati. E' ornato di cordoni e fasce di tufo; anche questo palazzo è opera dell'architetto Vasanzio.


Piano della Civita

Distante 1,5 chilometri a sud dell'odierno abitato, a 640 metri sul livello del mare, è una zona che testimonia i resti di una città risalente al IV-V secolo a.C..
Recenti scavi hanno permesso di conoscere meglio la struttura: le mura, lunghe 2,5 chilometri , recingono una superficie estesa per 825 metri da nord a sud e 525 metri da est a ovest.
Si tratta di strutture in opera poligonale molto rozza, a due cortine, con due porte (una a nord-est una a est). All'interno sono riconoscibili una serie di terrazzamenti e una cisterna; i materiali provenienti dagli scavi risalgono almeno al VI secolo a.C. e dimostrano l'esistenza di un insediamento a partire dall'età arcaica. Molti reperti oggi si possono ammirare nell' Antiquarium gestito da GAA (Gruppo Archeologico Artena), sito in via Flemming, nei giorni festivi.

Collegiata di S. Croce

La chiesa di cui non si conosce la data di costruzione (con molta probabilità, però, è riconducibile al XIII secolo), è una delle chiese più rappresentative della città, posta in posizione dominante, alla sommità dell'abitato.
Di stile barocco, è opera dell'architetto Domenico Terzago; è lunga 26,5 metri e larga 11,5. Oltre all'altare maggiore, conta sei cappellle. La facciata principale, che guarda a nord, si presenta maestosa grazie alla presenza di due campanili a torre.


Chiesa parrocchiale di S. Stefano

Posta a metà paese, non si conosce la data di fondazione; tuttavia dallo stile del campanile, con le sue eleganti bifore, si può ritenere che risalga al XIII secolo. Dopo un incendio, avvenuto nel 1557, e il suo successivo abbandono, fu restaurata da Camilla Orsini Borghese, moglie di Marcantonio Borghese: cosi si spiega l' inopportuna facciata seicentesca, estremamente dissonante con il campanile medioevale.

Lago La Torre

Il Lago La Torre, altrimenti detto lago di Giulianello è il terzo lago vulcanico dei Colli Albani, dopo quello di Castel Gandolfo e di Nemi. Si tratta di un laghetto vulcanico di forma ovale dal perimetro di 1,5 km, ed è posto tra i comuni di Velletri e di Cori, in un'enclave amministrata dal comune di Artena.
Orograficamente, è individuabile nella piana tra i Colli Albani e i Monti Lepini. Sito di gradevole bellezza paesaggistica, ospita una notevole biodiversità di fauna (ittica e avifaunistica) e di flora (canneti e querce secolari lungo la riva).
Pesca - La pesca è molto praticata sul luogo dagli appassionati locali. Il metodo preferito è quello detto "a Spinning", ma sono praticati, in larga misura, anche i metodi detti "a fondo" e "all'inglese". Nel Lago sono presenti diverse varietà ittiche: Luccio, Persico reale, Persico Trota, Tinca, Anguilla e Scardola. Sembra siano presenti anche esemplari di Carpa e Lucioperca. Per la pesca nel Lago di Giulianello è necessario disporre di regolare licenza.
Aspetti storici - Un insediamento protourbano, secondo recenti indagini, si sarebbe sviluppato sul Colle della Coedra, una delle colline che sovrasta il lago, sulla antica Via Doganale, a partire dal IX sec a.C., fino a divenire uno dei più estesi di tutto il Lazio. Sembra sia stato abbandonato nel VI sec a.C. Probabilmente la sua fortuna, e la sua fine, sono legate agli eventi che vanno dalla fine della dinastia dei Tarquini a Roma all'espansione da parte dei Volsci.
Aspetti ambientali - Il 12 maggio del 2007 la Regione Lazio ha avviato l'iter per elevare il Lago di Giulianello a Monumento Naturale.
Cinema - Nel 1911, proprio sul lago di Giulianello, oltre che nelle campagne veliterne, fu girato il primo film degli studi cinematografici della Helios Film di Velletri, allora esistenti. Il titolo era L'Inferno, ed era basato sull'inferno dantesco: film muto, in bianco e nero, della durata di 15'.
Recentemente è stato rinvenuto nella Filmoteca Vaticana e presentato restaurato, nel I festival del cinema dei Castelli Romani a Ciampino. La Helios perse per questo film una causa con la Milano Films, autrice di un altro Inferno contemporaneo a questo, che viene considerato il primo lungometraggio della storia del cinema italiano.

Chiesa del Rosario

Situata all'inizio del Borgo, la sua costruzione è dovuta alla volontà di Orinzia Colonna.
Iniziata verso il 1586, venne consacrata nel 1591. Si ritiene che sia stata fondata sulle rovine di un antico edificio; è a croce latina, lunga mt. 24,5 e larga mt. 12,30, con 11 altari adornati da pitture del XVII secolo.
Sull'altare maggiore vi è il quadro della Vergine del Rosario, risalente al XVI secolo, ultimamente restaurato. Interessanti sono anche i quadri dedicati a S. Francesco d'Assisi di Orazio Zecca, pittore artenese del XVII secolo, e la statua in legno di S. Maria Maddalena, patrona del paese, fatta costruire nel 1598 da Don Pompeo Pompa.


Chiesa di S. Maria delle Letizie

Non si conosce l'atto di nascita di questa chiesa, ma sembra che la sua fondazione risalga al tempo delle invasioni barbariche, quando gli antichissimi abitanti della pianura, sfuggendo alle incursioni che vanno dal VI all' VIII secolo, si rifugiarono sopra il monte e vi costruirono le prime abitazioni.
Di semplicissima struttura, è lunga 22 metri e larga 12. In una cappella laterale, vi è la statua della Madonna delle Grazie, molto onorata dagli artenesi. Bombardata nel gennaio 1944, è stata ultimamente restaurata, rispettando la struttura originaria.


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