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Cosa visitare

La Collezione Chigi e Museo del Barocco di Ariccia

Collezione Chigi:
La Collezione, presente nel piano nobile e nell'appartamento privato del cardinal Flavio Chigi, è costituita da una vasta quadreria, sculture, decorazioni ed arredi di grande valore artistico che documentano la presenza dei Chigi nei secoli nelle sale del Palazzo.

Palazzo Chigi - Piazza della Repubblica,
orario visite: dal mar al ven 11-16-17.30;
sab, dom e festivi 10.30-11.30-12.30-15-16-17-18
Tel.: 06 9330053


Museo del Barocco:

La Collezione Chigi si è arricchita nel corso degli ultimi anni di alcune importanti acquisizioni come nucleo centrale per la creazione del primo Museo del Barocco. La Collezione Fagiolo, donata al Palazzo Chigi dallo storico dell'arte Maurizio Fagiolo dell'Arco, comprende opere del Cavalier d'Arpino, Gian Lorenzo Bernini, Pietro da Cortona, il Baciccio, Andrea Sacchi e Andrea Pozzo.
Presenti anche tele dei loro allievi, come Ciro Ferri, Giacinto e Ludovico Gimignani, Giuseppe Passeri.
La collezione presenta anche dipinti di artisti francesi o fiamminghi che hanno soggiornato a Roma, come Jean Lemaire, Jan Miel, il Borgognone, Jacques Stella.

Palazzo Chigi – Piazza della Repubblica,
orario visite: sab, dom e festivi 10-13.30; 15-18.30
Collezione Lemme: lu-sa 10-19
Tel.: 06 9330053

La Chiesa dell'Assunta

A Papa Alessandro VII Chigi che visse per molto ad Ariccia, si debbono le grandi trasformazioni urbanistiche della cittadina, la costruzione della Chiesa dell’Assunta e della piazza antistante il palazzo Chigi, vennero affidate nel 1662 al Bernini e ad uno dei suoi migliori allievi, Carlo Fontana.
La Chiesa dell’Assunta venne realizzata utilizzando come riferimento le strutture architettoniche del Pantheon ed infatti, la stessa
pianta circolare si può ritrovare nella chiesa ariccina. Ai due lati della chiesa, si possono ammirare due edifici; Casino del Governatore e Casino del Ministro, questi sono collegati alla chiesa da una teatrale esedra che la abbraccia nella parte retrostante.
La costruzione dei due casini laterali fu portata a termine molto velocemente poiché uno di essi avrebbe dovuto ospitare le carceri, con gli stessi tempi venne edificata la chiesa che venne consacrata il 16 maggio 1664 con una cerimonia celebrata dallo stesso Papa Alessandro VII.


La Locanda Martorelli

Edificio molto importante per Ariccia, la Locanda Martorelli è legata alla memoria di molti grandi artisti che, si stabilirono nella cittadina per periodi più o meno brevi di villeggiatura o di studio.
Trasformata in locanda da Antonio Martorelli nel 1820, è stata frequentata fino al 1880 da ogni tipo di artista e divenne una vera e propria accademia di pittura, i più importanti paesaggisti del secolo, da Turner a Corot, al russo Ivanov, attratti dalla bellezza del parco chigi, soggiornarono qui e contribuirono a diffondere attraverso le loro opere, l’immagine dei Castelli Romani nel mondo.
Situata nella piazza di Corte, La locanda Martorelli è nota per il ciclo di dipinti murali realizzati dal pittore polacco Taddeo Kuntze, questi illustrano la storia in chiave mitologica del paese: La tentazione di Ippolito, la morte di Ippolito, la caccia di Diana, il sacrificio a Diana, La congiura contro Turno Edornio, La morte di Turno Edornio, La battaglia del Lago Regillo, La Ninfa Egeria e Numa Pompilio.
Di proprietà del Comune di Ariccia dal 1988, la Locanda Martorelli è stata accuratamente restaurata ed oggi è sede di mostre artistiche di grande livello.

Palazzo Primoli

Il Palazzo Primoli si trova in fondo al corso di Ariccia, a fianco della chiesa sconsacrata di S. Nicola, venne acquistato alla fine degli anni del 1820 da Carlo Luciano Bonaparte principe di Canino e fratello di Napoleone, successivamente venne acquisito dal Conte Primoli.
Edificio di stile neoclassico, vide il suo massimo splendore tra la fine dell’ottocento ed i primi del novecento,ai tempi di Gegè Primoli, in quel periodo ospitò, tra gli altri, Marcel Prevòst, Gabriele D'Annunzio, Eleonora Duse, Matilde Serao e Aristide Sartorio.

Monumento a Menotti Garibaldi

Andando verso Albano, poco dopo il ponte monumentale, sulla sinistra si trova un parco pubblico, al centro del quale è stata eretta una statua bronzea del generale Menotti Garibaldi, figlio dell'eroe dei due Mondi.
La statua è stata realizzata dal comitato "Pro Menotti Garibaldi" animato da Ubaldo Mancini, figlio dell'eroe garibaldino di Ariccia, Adolfo Mancini.

Santuario di Galloro

Proseguendo verso Genzano, poco dopo la piazza principale di Ariccia, incontriamo il santuario di Santa Maria di Galloro, nel quale è venerata l’immagine della Vergine rinvenuta nel 1621 da un ragazzo toscano, Sante Bevilacqua.
A causa della grande affluenza di pellegrini e devoti che venivano a coltivare il culto della Vergine di Galloro, il principe Paolo Savelli, signore di Ariccia fece edificare con il consenso di Papa Urbano VIII, sotto le direttive dell’architetto Michele da Bergamo, un vero e proprio santuario intitolato all’immacolata concezione. Successivamente all’assunzione al soglio pontificio di Papa Alessandro VII, il Santuario venne risistemato da Gian Lorenzo Bernini.
Proprio in questi anni vengono attribuiti all’immagine della Vergine numerosi episodi miracolosi: tra questi il più significativo, avvenne quando nel 1656 una grande epidemia di peste colpì Roma ma non raggiunse Ariccia, lasciandone indenni gli abitanti. Dopo lo scampato pericolo, venne istituita una festa per ringraziare la Madonna. La tradizionale “Festa della Signorina” ancora sopravvive a distanza di tanti secoli, viene celebrata il giorno dell’Immacolata Concezione e consiste nello scegliere ogni anno una ragazza tra le famiglie di Ariccia, a questa verrà affidato il compito di presentare il voto di ringraziamento di tutta la comunità alla Madonna.

Reperti Archeologici

Lungo la Via Appia, nel periodo imperiale, venne a formarsi una grande città ,ricca di templi, terme, fori ed edifici pubblici dei quali, restano ancora oggi numerosi resti.
Nel territorio di Ariccia, citiamo la villa dell'Imperatore Vitellio (69 d.c.) di cui, oltre ai resti di un ninfeo, possiamo ancora ammirare i resti di alcuni cisternoni che fornivano acqua alla villa, la cui estensione abbracciava probabilmente un territorio molto vasto, come documentato dai ritrovamenti effettuati nelle zone vicine.


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