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Visita guidata

21.06.2012

Monte Porzio Catone: visita guidata all'area archeologica della città di Tuscolo - 24 giugno 2012

TUSCOLO (Frascati,Rm): visita guidata all'area archeologica della città di Tuscolo a cura del Gruppo Archeologico Latino "Latium Vetus". Appuntamento presso l'area archeologica del Tuscolo. La visita guidata ha una durata di circa 1 ora ed è a titolo gratuito. E' previsto il pagamento di un biglietto di ingresso di € 3 a persona per l'accesso all'area archeologica. Orario invernale: la domenica dalle ore 11 alle ore 13;

Orario estivo: la domenica dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18. Il sabato dalle ore 15,30 alle ore 17,30.


Tusculum


L'origine leggendaria di Tusculum è fatta risalire secondo la tradizione a Telegono, figlio di Ulisse e della maga Circe o al re latino Latino Silvio, pronipote di Enea.

Quel che è certo è che nel territorio tuscolano sono stati rinvenuti reperti che portano la datazione dei primi insediamenti umani all'età del rame. L'abitato vero e proprio, situato sulla sommità della dorsale vulcanica del Tuscolo, sorse attorno al X secolo a. C.

Quando nel 509 a.C. a Roma venne rovesciato Tarquinio il Superbo e venne proclamata la Repubblica romana, l'ultimo re di Roma chiese aiuto militare al genero Ottavio Mamilio, dittatore di Tuscolo la cui famiglia, la gens Mamilia, vantava una discendenza diretta da Telegono. Ottavio Mamilio armò un esercito della Lega Latina e mosse incontro ai Romani affrontandoli nella battaglia del Lago Regillo (il cui sito è collocabile tra le attuali Frascati e Colonna) nel 499 o nel 496 a.C. La leggenda vuole che i Diòscuri (divinità venerata a Tuscolo) accorsero in aiuto dei Romani, ma quel che è certo è che i Latini furono sconfitti pur essendo in superiorità numerica ed Ottavio Mamilio fu ucciso. A segutio della sconfitta la Lega Latina e Roma siglarono un accordo di parità assoluta, il foedus Cassianum, databile al 496 o al 493 a.C., che tuttavia poneva le basi per l'egemonia romana nel territorio.

Nel 460 a.C. i sabini comandati da Appio Erdonio occuparono il Campidoglio. Soltanto Tuscolo, tra le città latine, accorse con le sue truppe in aiuto dei Romani ed insieme alle forze del console Publio Valerio Volusi Publicola liberarono Roma. Roma fu riconoscente ai tuscolani per l'aiuto ricevuto anche perché, come scrisse Tito Livio, solo da essi ricevette aiuto "... solum auxilium Tusculanis venit". Da quell'anno la città divenne una fedele alleata di Roma che aiutò in molte occasioni contro i suoi nemici.

Nel 459 a.C. gli Equi attaccarono Tuscolo e ne conquistarono la rocca. La riconoscenza dei romani per il determinante aiuto dato dai Tuscolani nella appena conclusa guerra fece muovere Roma in aiuto della città attaccata. La rocca fu riconquistata con le truppe di Lucio Quinzio Cincinnato che sconfisse gli Equi nella battaglia del monte Algido.

Nel 381 a.C. i Romani inviano Marco Furio Camillo contro i tuscolani, colpevoli di tramare contro Roma assieme ai Volsci: Tusculum si arrese senza opporre resistenza (ed anzi accogliendo l'esercito romano) e a seguito di ciò ottenne la cittadinanza romana e la qualifica di municipium de optimo iure.

Durante la seconda guerra punica, nel 211 a.C., Annibale giunge "ad portas" e transita per la Valle Latina, senza attaccare Tusculum ed accampandosi verosimilmente nell'attuale località dei Campi d'Annibale presso Rocca di Papa.

La guerra civile romana tra Mario e Silla vide Tusculum schierata dalla parte dei populares guidati da Gaio Mario il Giovane e Gneo Papirio Carbone contro gli optimates di Lucio Cornelio Silla: dopo la battaglia di Porta Collina (82 a.C.) e la vittoria di Silla, Tusculum subì le conseguenze della sconfitta: il suo territorio fino a Bovillae venne centuriato ed assegnato ai veterani sillani, insediati verosimilmente nel municipium fortificato di Castrimoenium (l'attuale Marino).

Priva ormai di ogni rilevanza politica o militare, Tusculum divenne sede del soggiorno estivo del patriziato romano grazie alle sue caratteristiche orografiche, all'amenità dei luoghi ed alla salubrità del clima. Sorsero a cavallo tra l'età repubblicana e quella imperiale quei famosi "Tusculani recessus" di cui parla il poeta Marco Valerio Marziale, che reso l'"ager Tusculanus" l'area più fittamente occupata da ville patrizie assieme al litorale partenopeo: si trattava di ville suburbane spesso grandiose e magnificenti che portavano il nome dei facoltosi patrizi che le fecero edificare. Tra gli altri personaggi che possedettero una villa nel territorio tuscolano in età repubblicana vanno segnalati Marco Tullio Cicerone (che qui scrisse tra l'altro le Tusculanae disputationes), Gaio Asinio Pollione, Lucio Licinio Lucullo, Aulo Gabinio, Gaio Lutazio Catulo, Marco Porcio Catone Uticense, Lucio Cornelio Silla.

Il Cristianesimo fu annunciato nei Colli Albani probabilmente addirittura da san Pietro apostolo e da san Paolo di Tarso: certo è che la diffusione della "buona novella" fu particolarmente rapida nel territorio tuscolano, non solo tra i ceti inferiori ma anche nel patriziato. Un esempio di questo è rappresentato dalla vicenda di Tito Flavio Clemente e di sua moglie santa Flavia Domitilla, nipote dell'imperatore Domiziano: essi possedevano una villa nel territorio tuscolano, verosimilmente la stessa già appartenuta a Lucullo sui cui ruderi oggi sorge il centro di Frascati, e vennero perseguitati da Domiziano perché cristiani. Rimangono alcune testimonianze paleocristiane nel territorio tuscolano come le catacombe Ad Decimum al X miglio della via Latina, che contengono oltre 800 sepolture databili fino al V secolo, alcuni affreschi ed un arcosolio del III o del IV secolo, ed un altro sepolcreto cristiano individuato presso il XII miglio della via Latina, anch'esso nell'attuale territorio di Grottaferrata in località Bivio.

Pare che nel 269 esistesse un "praesul Tusculanorum", ma la notizia non è considerata attendibili da molti studiosi che invece datano il primo vescovo della diocesi tuscolana, oggi rinominata come diocesi suburbicaria di Frascati, solo al 313. La sede vescovile tuttavia all'epoca era "ad Quintanas", ovvero sulla via Labicana presso l'attuale Colonna: Tusculum infatti era già in avanzato stato di decadenza, pur conservando il prestigio del proprio nome. In seguito è plausibile che la sede vescovile si spostò ancora verso Subaugusta, e nell'area tuscolana rimase un "corepiscopato" o "vescovado di campagna".

Attorno al 370 san Giovanni di Cappadocia, un allievo di san Basilio Magno, fondò un monastero basiliano al XV miglio della via Latina, presso l'antica mansio di Roboraria e l'attuale località di Molara: la presenza di religiosi orientali nel Lazio e nel Mezzogiorno d'Italia era all'epoca molto forte, basti pensare che nell'XI secolo si calcolavano circa 540 monasteri basiliani nelle sole regioni peninsulari meridionali più il Lazio meridionale e la Sicilia.

Con la caduta dell'Impero romano anche Tusculum perse parte della propria prosperità e iniziò lentamente a decadere, pur rimanendo sempre una temibile fortezza. Pare inoltre che l'evangelizzazione della città fosse iniziata dagli Apostoli San Pietro e San Paolo nel loro periodo di permanenza a Roma, attorno al 64 d.C. Sull'Acropoli dell'antica città si insediò, a partire dal X secolo, la famiglia dei Conti di Tuscolo, che signoreggiò per almeno un secolo su questa parte del Lazio, dall'alto della rocca tuscolana. Nel 1004 San Nilo da Rossano arrivò a Tusculum, installandosi nel romitorio di Sant'Agnese sulle pendici del colle, e venendo accolto con tutti gli onori da Gregorio I dei Conti di Tuscolo che gli cedette il terreno su cui oggi sorge l'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata.

Nel 1167 si affrontarono sotto Tusculum, in località Prata Porci, le milizie tedesche dell'imperatore Federico Barbarossa e le truppe civiche romane, che furono sbaragliate nella battaglia di Prata Porci. I tedeschi furono ospitati dai tuscolani, e questo attirò sulla cittadina le ire dei romani che nel 1191 la presero d'assalto radendola al suolo. Il "tenimentum tusculanum", cioè il territorio della distrutta Tusculum, venne donato al papa che procedette a distribuirlo fra varie chiese e conventi di Roma e dintorni. Oggi nell'area del vecchio tenimentum sorgono Monte Compatri, Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone.


Fonte: www.gruppoarcheologicolatino.it


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